In 7 punti, come riconoscere un buon Istruttore.

Istruttore e Maestro, due parole che rappresentano livelli diversi di competenza, qualificazione, consapevolezza e valori.

Il Maestro dovrebbe distinguersi dall’Istruttore soprattutto nel grado di consapevolezza e valori, sviluppati grazie al percorso personale, formativo e di vita. E’ difficile analizzare questo percorso, che si manifesta negli atteggiamenti e nei comportamenti che il Maestro assume nelle diverse situazioni che si trova ad affrontare. Lasciamo pertanto valutare al singolo, attraverso le proprie sensazioni personali, quali debbano essere, tenendo a mente che: chi è Maestro per qualcuno, potrebbe non esserlo per un altro.

Concentriamoci quindi sulla figura più tecnica dell’Istruttore.

Nell’epoca in cui chiunque può fregiarsi di questo titolo completando corsi di “ben 1 giorno”, cerchiamo di capire come distinguere un buon Istruttore da uno mediocre o addirittura scarso.

  1. E’ (o è stato) un buon praticante. Un buon Istruttore, di qualsiasi disciplina, deve essere o essere stato un buon praticante. Come si misura la pratica? Non tanto con i risultati sportivi dell’istruttore, ma con la cura e precisione nei gesti; spesso i super campioni sono pessimi insegnanti. Non guardate tanto cinture e medaglie, quanto come spiega e corregge.
  2. E’ qualificato, ha Diplomi e Certificati. In troppi sostengono che non siano necessari i pezzi di carta. Solo in parte condivido questo pensiero. Sui titoli Accademici non si discute, rappresentano un percorso formativo riconosciuto e non sminuibile in alcuna misura. Per quanto riguarda le Certificazioni non Accademiche, si apre un mondo. Ve ne sono di più e meno valide, più e meno apprezzate. Se è vero che un pezzo di carta non fa la differenza, tanti pezzi di carta possono farla perchè rappresentano un lungo percorso di apprendimento ed aggiornamento (spesso costoso ed impegnativo). Ovviamente i certificati devono essere rilasciati o riconosciuti da persone, enti o associazioni qualificate. In Italia, per poter insegnare discipline sportive, si deve essere iscritti ad un Albo di Tecnici (delle Federazioni Sportive o degli Enti di Promozione Sportiva). Seppure questo possa non dare garanzia completa della qualità dell’Istruttore, implica già un grado di controllo e verifica di un percorso formativo. Tenete presente che senza i “pezzi di carta”, nessuno può verificare il percorso dell’Istruttore. Sarebbe meglio diffidare di chi dice di non aver bisogno di mostrarli; spesso semplicemente non li ha.
  3. E’ sicuro delle sue competenze. Non può non esserlo. Le sue competenze gli permettono di insegnare, quindi deve conoscere bene la materia. Non saprà mai tutto, ma ciò che sa deve saperlo bene! Senza presunzione, deve poter motivare le sue spiegazioni ed azioni.
  4. E’ umile. Non insicuro, umile. Deve essere consapevole dei propri limiti e della possibilità di modificare le proprie competenze in meglio. Oggigiorno pare che senza promuoversi come i fenomeni di turno non si possa essere apprezzati. E’ vero in parte: non si sarà apprezzati dalle persone che si fermano all’apparenza. Ricordo la frase di una canzone che mi è rimasta impressa: “noto in te un po’ troppa arroganza, probabilmente ti occupi di un ruolo che non ti spetta” (Soerba). Ecco, questo è il punto: quando non si sa qualcosa lo si deve ammettere e cercare di formarsi su quella “lacuna”. Le persone intelligenti apprezzeranno.
  5. Ha dei bravi allievi. Tolti i principianti ed i fenomeni del gruppo, come sono i suoi studenti? Che risultati hanno, se si tratta di agonisti? Il livello generale dei suoi allievi è un dato rilevante. Il buon Istruttore, al di là della propria abilità, è bravo a far migliorare gli altri. E’ ovvio, ci saranno le eccezioni, i più dotati sia in positivo che in negativo, ma in media come sono i suoi allievi?
  6. Si aggiorna costantemente. Non si sente mai arrivato, è in continua formazione. Sa che sperimentazione personale, ricerca scientifica, studio e pratica, lo porteranno a migliorarsi nel tempo e che tra qualche anno potrà avere idee diverse sulla materia, grazie a questo percorso.
  7. Non è detentore di verità assolute. Sa che il suo è solo uno dei punti di vista possibili. Le vie per arrivare ad un obiettivo possono essere diverse e ognuna di queste non sarà adatta a tutti, ogni individuo troverà quella che meglio gli si confà. Nell’evidenziare i vantaggi del metodo tecnico-tattico che ha scelto, deve riconoscere che gli altri metodi non sono tutti sbagliati a prescindere e/o deve avere le capacità di spiegarne i motivi se per lui uno lo è.

Ciò detto, i precedenti sono punti a mio avviso imprescindibili per riconoscere un buon Istruttore, ma ve ne sono certamente altri. Anche se questo elenco sembra essere in contrapposizione con le regole e necessità di marketing che al giorno d’oggi dominano il mondo del lavoro, nella pratica quotidiana il buon Istruttore riuscirà istintivamente a rispettarlo.

Dott. Luigi Soprano

Direttore Tecnico ASD Arma Vis

 

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