Discipline da Combattimento Funzionali

La parola “funzionale” viene largamente utilizzata in ogni contesto per definire qualunque tipo attivitá. Nel campo delle attività motorie, è considerata funzionale un’attivitá sviluppata seguendo la fisiologia del movimento.

Pertanto, quando usiamo la parola “funzionale”, dovremmo sempre riferirci agli effetti di una qualunque pratica sulla funzione del nostro corpo; tale pratica sarà davvero funzionale solo se rispetterà la fisiologia del movimento.

Alcuni allenamenti e pratiche sono funzionali esclusivamente all’obiettivo, non all’utilizzo appropriato del corpo.

Definire una qualsiasi attività “funzionale” la rende immediatamente più interessante, perchè questa parola dà all’utente la sensazione di fare qualcosa di buono. Per questo, è continuamente abusata dal marketing.

Anche nelle arti marziali si cerca di far rientrare in questa categoria un po’ tutto, ma se teniamo bene a mente quanto detto poche righe sopra, ci accorgeremo che: pratiche per produrre calli ossei in grado di rompere armature, allenamenti con sovraccarichi esagerati, l’utilizzo di sostanze che modificano la prestazione (farmacologia), tecniche di difesa innaturali, ecc., sono esclusivamente funzionali al risultato (a volte), ma sono tutt’altro che funzionali rispetto al corretto funzionamento del corpo e della mente. L’abuso della parola “funzionale”, spesso abbinata a definizioni quali “riflessi naturali”, crea grande confusione in chi voglia avvicinarsi ad un sistema di allenamento o di combattimento. E’ bene conoscere gli “istinti” e soprattutto i “riflessi”, prima di sostenere che la propria attività li segue. Sulla neurofisiologia c’è poco discutere: i riflessi sono gli stessi per tutti.

Altra cosa sono gli automatismi, che richiedono migliaia di ripetizioni, in un tempo sufficientemente prolungato, perchè vengano acquisiti.

Molte discipline da combattimento utilizzano automatismi, passandoli per “riflessi”.

Le tecniche che realmente seguono un riflesso od un istinto naturale, necessitano di un minor tempo di apprendimento, basandosi su uno schema motorio già posseduto del soggetto.

Nel mondo marziale vediamo quotidianamente “neo rambo” che credono di essere diventati infallibili e spietate macchine da combattimento; sono stati convinti di praticare una disciplina che segue i naturali riflessi e schemi motori (cioè funzionale), anche quando così non è. Questo è valido tanto a livello tecnico, quanto a livello mentale, visto che in alcuni sistemi di difesa personale si vede spingere i praticanti ad un aumento della carica aggressiva “perchè la strada è così”.

La funzione segue sempre le regole della natura. Ció che va contro tali regole può considerarsi fuzionale solo rispetto ad uno specifico obiettivo, non di certo in senso assoluto.

In realtà, il fine di ogni disciplina che segua istinti e riflessi naturali (cioè funzionale) dovrebbe essere quello di produrre persone migliori, sia fisicamente che mentalmente e, per quanti vi credano, anche spiritualmente.

Dott. Luigi Soprano
Direttore Tecnico asd Arma Vis

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